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Quattro anni di lotta – commento alla sentenza di appello Concordia

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L’aula di udienza a Firenze

Non è notizia di oggi quella che riguarda la sentenza di appello sul naufragio della concordia, che ha confermato la condanna a 16 anni a carico di Schettino.

Abbiamo atteso un po’ di tempo prima di scrivere le nostre note per cercare di realizzare meglio il senso di quella che è stata una vittoria di dimensioni davvero enormi, ottenuta nei confronti di una multinazionale potentissima, la Costa Crociere S.p.A. che ha alle sue spalle la Carnival Cruises, cioè nei confronti di una delle società più importanti e più potenti economicamente al mondo, che nemmeno il governo degli Stati Uniti è mai riuscito ad almeno sottoporre al proprio regime fiscale.

Insomma la notizia è che un gruppo di tignosi avvocati italiani – che si è messo insieme per lavorare al meglio in questo processo – è riuscito davvero a ottenere quello che né il governo degli Stati Uniti né la Procura della Repubblica di Grosseto hanno mai ottenuto e nemmeno cercato di ottenere.

I fatti sono conosciuti: la notte del 13 gennaio 2012 il comandante della Concordia Francesco Schettino la portava a sbattere sugli scogli delle Scole all’isola del Giglio con una manovra di inchino a dir poco suicida.

Da lì ha inizio il naufragio più grande della storia mercantile internazionale: una nave passeggeri di 350 m di lunghezza e di 11 ponti fuori dalla linea d’acqua con a bordo oltre 4.300 persone si squarcia per 70 metri sotto la linea di navigazione e, grazie al vento che sospinge indietro, si appoggia sugli scogli miracolosamente non affondando.

In seguito all’urto con gli scogli ed alla gestione a dir poco demenziale da una parte e delinquenziale dall’altra dell’emergenza così insorta, ben 32 persone perdono la vita mentre altre 4300 rischiano a loro volta di morire ma miracolosamente invece si salvano.

Ne nasce un processo monstre in cui alla fine delle indagini preliminari la Procura di Grosseto ritiene di poter chiedere di rinviare a giudizio il solo comandante Schettino e cinque altre persone in totale tra ufficiali di bordo e uomini della compagnia di navigazione (della Costa veramente il solo Ferrarini facente parte dell’unità di crisi a terra ma nessuno del Consiglio di Amministrazione).

 Nessuno della compagine societaria viene sottoposto al processo per una scelta della Procura di Grosseto che ancora non riusciamo davvero a spiegarci, considerate le plurime responsabilità penali emerse a carico della compagnia nel corso delle investigazioni e ancora di più nel corso del dibattimento stesso.

 Le parti lese in questa vicenda, i passeggeri che hanno perso la vita e quelli che fortunatamente sono sopravvissuti, non vengono mai presi in considerazione da nessuno dell’organo inquirente: alcuni di noi, va rilevato, hanno assistito ad una scena praticamente kafkiana. Alla nostra osservazione come difensori delle parti lese che lamentavano il fatto che la Procura di Grosseto avesse dato il proprio consenso a patteggiamenti scandalosi per gli imputati senza curarsi dei risarcimenti alle vittime del naufragio, il procuratore capo di Grosseto osservava che ci sono i processi civili per i risarcimenti!

Mai abbiamo visto in realtà un atteggiamento di questo genere da parte di una Procura della Repubblica che normalmente tutela proprio le vittime dei reati pretendendo che gli imputati le risarciscano prima di prestare il consenso ai patteggiamenti…Ma questo è stato solo l’inizio della storia di questo processo che all’epoca vedeva schierati da una parte i passeggeri e dall’altra la Compagnia di Navigazione Costa Crociere che riteneva di avere già risarcito correttamente la maggioranza dei naufraghi offrendo loro una cifra a forfait di 11.000 Euro, prendere o lasciare.

Alcuni dei passeggeri, proprio i nostri assistiti, ritenevano di avere diritto ad essere risarciti con cifre molto più alte, ma sopratutto pretendevano Giustizia e verità, perchè avevano vissuto un’esperienza orrenda che li aveva segnati pesantemente.

Ma niente di tutto questo veniva preso in considerazione né da Costa Crociere né dalla Procura di Grosseto che, appunto, dava consensi a patteggiamenti tanto scandalosi che la stessa Procura Generale di Firenze che li avrebbe dovuti avvallare li impugnava invece davanti alla Corte di Cassazione.

Anche questo chiaro segnale pareva non bastare a Grosseto perchè pure il Tribunale durante il dibattimento a carico di Schettino di fatto osteggiava il lavoro delle parti civili che non si rassegnavano ad essere spettatori inermi ma che volevano capire perchè fosse avvenuto quel naufragio e se le responsabilità si dovessero fermare al solo imputato presente o se invece dovessero allargate alla società armatrice.

Il dibattimento a Grosseto peraltro si svolgeva solamente per la scelta – da alcuni giudicata folle, da altri onorevole – di Schettino di chiedere di essere sottoposto al pubblico dibattimento per poter spiegare le sue ragioni.

Dal dibattimento – durato ben 70 udienze spalmate in un periodo di tempo pari ad un anno e mezzo in cui le vite professionali di questi pochi appassionati avvocati venivano di fatto stravolte per poter seguire veramente quello che succedeva – emergevano evidentissime responsabilità pure di Costa Crociere: si citano brevemente al riguardo le anomalie del DGE, diesel generatore di emergenza, che non funzionando per un difetto di progettazione durante la fase dell’emergenza ha comportato di fatto che quantomeno una parte delle vittime del naufragio perdesse la vita poiché non senza il DGE non fu possibile sganciare almeno un’altra delle scialuppe di salvataggio e una sola scialuppa di salvataggio in più sganciata avrebbe comportato che 150 passeggeri avrebbero potuto trovare posto su quella scialuppa, e i morti furono 32!

Non solo. La mancata preparazione dell’equipaggio, l’inesperienza degli ufficiali di bordo di età media abbondantemente sotto i trent’anni, la politica tesa al risparmio su ogni aspetto della sicurezza, le anomalie del programma di emergenza degli ascensori che causarono il blocco del DGE, l’improvvisazione dell’unità di crisi tesa alla sola ri-certificazione della nave per tornare a farla navigare al più presto piuttosto che alla sicurezza delle persone a bordo, tutti questi elementi insieme facevano emergere chiaramente la responsabilità di Costa Crociere che giustificava non solo l’allargamento della responsabilità penale ai vertici societari ma la richiesta di riconoscimento dei danni punitivi per appunto indurre la società armatrice a rivedere le proprie politiche economiche perchè ove fosse stata punita come chiedevamo avrebbe inteso che sarebbe divenuto in futuro maggiormente conveniente spendere per la sicurezza che non dover risarcire le vittime.

Questo gruppo di avvocati ha avuto l’ardire di presentare una denuncia contro i vertici societari di Costa Crociere e Carnival perché ritenevano, come ritengono tuttora, che ci sia una chiara responsabilità in concorso con il Comandante Schettino da parte dei vertici societari.

La Procura di Grosseto invece riteneva di dover richiedere l’archiviazione della denuncia e, con un’altra mossa del tutto inaudita, il Giudice delle Indagini Preliminari di Grosseto a cui era stata rivolta l’opposizione delle parti lese alla richiesta di archiviazione, decideva di procedere direttamente all’archiviazione della denuncia querela senza nemmeno fissare una camera di consiglio in cui gli avvocati avrebbero dovuto essere ascoltati!

Il dibattimento di primo grado si concludeva con una sentenza che dava solo parzialmente ragione alle parti civili escludendo il danno punitivo e concedendo loro dei risarcimenti con una provvisionale che variava fra i 30 e i 50.000 Euro, a parte risarcimenti sproporzionati ai soli enti quali la regione Toscana e il Comune del Giglio.

Costa Crociere poteva dunque davvero stappare lo champagne per lo scampato pericolo, quantomeno perché alcune voci delle pretese risarcitorie delle parti civili erano state in qualche maniera, sia pur molto discutibilmente, molto ridotte grazie ad una sentenza, definita da qualcuno di noi, da ragionieri del diritto.

Questo gruppo di avvocati decideva a questo punto di fare appello contro la sentenza, rischiando che le cifre concesse come provvisionale potessero anche essere ridotte, per cercare di rimediare alla evidente ingiustizia verso le pretese risarcitorie dei naufraghi della sentenza del Tribunale di Grosseto.

Presentava appello anche il Comandante Schettino e la Costa Crociere, chiedendo questa ultima che venissero ridotti gli importi provvisionali concessi agli enti, e infine la Procura di Grosseto che chiedeva abbastanza clamorosamente un aumento di pena di altri 10 anni di carcere contro l’imputato, già condannato a 16 anni in primo grado.

L’inizio del processo d’appello faceva capire a questi difensori che finalmente ci si trovava di fronte a Giudici che erano predisposti ad ascoltare le ragioni dei naufraghi e che non si erano chiusi in posizioni di rifiuto ideologico delle loro pretese.

Si svolge così a Firenze un dibattimento serratissimo che in un solo mese vedeva la discussione di una trentina di avvocati delle parti civili, della Procura, dei difensori di Schettino e di quelli di Costa Crociere.

Si arrivava così finalmente alla sentenza della Corte d’Appello di Firenze che concedeva alle sole parti civili, è solo a loro, la vittoria: le cifre provvisionali concesse con estrema prudenza dal Tribunale di Grosseto venivano tutte aumentata del 50% a favore delle parti civili costituite. Ma non solo. Gli appelli, tanto dell’imputato che della procura, venivano integralmente respinti.  Attribuiamo, a questo ultimo aspetto, un particolare ed ulteriore significato di riconoscimento al nostro lavoro, Quale evidente segno che la Corte d’appello di Firenze ha sposato la nostra visione sui fatti e sul peso delle responsabilità del naufragio: confermando la condotta criminale di schettino, ma riconoscendo implicitamente che esistono altre responsabilità di “contorno”, altrettanto gravi, non riconoscendo apertamente i danni punitivi, la cui applicabilità nel nostro ordina è tuttora incerta, ma aumentando considerevolmente tutte le provvisionali per i nostri clienti.

Costa Crociere ha preso finalmente una sonora batosta da parte del nostro gruppo Giustizia per la Concordia, che si è distinto per avere il coraggio di tenere duro nei confronti della Costa Crociere, della prudenza della Procura di Grosseto ed in quelli della sentenza altrettanto prudente del Tribunale di Grosseto…e non è ancora finita qui perchè in Cassazione ci saremo e ancora chiederemo il riconoscimento dei danni punitivi, attualmente al vaglio delle Sezioni Unite.

Noi rimaniamo sempre dalla parte delle vittime e continueremo ad esserlo perché la giustizia possa effettivamente trovare posto anche in una vicenda di questo genere dove troppe coperture e troppe omissioni si sono verificate.

Cesare G. Bulgheroni  – Avvocato in Milano

COMMENTI ALLA SENTENZA PENALE DI PRIMO GRADO

LA COSTA E SCHETTINO DIVISI A BERLINO (AD AMBURGO, VABBE’ FA LO STESSO) – Arrivati finalmente alla decisione del Tribunale di Grosseto che ha condannato Schettino a 16 anni di reclusione ed un mese di arresto per tutti i capi di imputazione che gli erano contestati – e, dunque, compreso l’abbandono della nave – nonché Costa a risarcire i danni alle parti civili costituite con la concessione intanto di provvisionali da 30.000 a 50.000 Euro per ogni naufrago, qualche riflessione sulla vicenda si impone anche da parte di Giustizia per la Concordia.

 Innanzitutto va certamente sottolineato che questo processo ha visto la grande sconfitta della Procura della Repubblica di Grosseto che nonostante abbia chiesto una condanna pesantissima ed esemplare contro Schettino – definito con spregio l’idiota incapace che non poteva essere perdonato dalla giustizia degli uomini – pari addirittura ad anni 26 di reclusione e mesi 3 di arresto si è vista ridurre la pena irrogatagli a ben 10 anni di reclusione in meno…considerato che la Procura non aveva quale avversario nella difesa dell’imputato certo personaggi di enorme esperienza penalistica – con tutto il rispetto naturalmente – pare di intravvedere nella decisione del Tribunale una presa di distanza dal pacchetto accusatorio secondo cui tutto sarebbe stato da addebitarsi al solo Schettino. Il che pare di significare che ci siano spazi da esplorarsi in ordine all’individuazione delle responsabilità penali di altri nella causazione del naufragio e nella gestione dell’emergenza come peraltro riteniamo da sempre.

 L’altra grande sconfitta del processo è certamente Costa Crociere che nonostante si sia profusa nell’affermare che i naufraghi costituitisi parti civili – e i loro avvocati! – erano degli avidi speculatori che in realtà non avevano subito né comunque avevano provato di avere subito dei danni effettivi si è vista condannare a provvisionali da 3 a 5 volte l’offerta invece omni comprensiva fatta ai passeggeri ed improvvidamente accettata dalla maggioranza di loro con la clamorosa approvazione di qualche associazione di categoria che raggiungeva un accordo con Costa stessa circa il prezzo della propria vita messa in pericolo! Una brutta pagina di lassismo delle associazioni dei consumatori a cui abbiamo rimediato con la nostra professionalità.

Insomma il risultato ottenuto in termini pratici per ognuno dei nostri assistiti è consistito nella clamorosa condanna di Costa a corrispondere importi risarcitori non patrimoniali parziali pari ad almeno tre volte quella che fu l’offerta di Costa Crociere quale cifra omnicomprensiva, oltre alla condanna alle spese legali (per la verità liquidate con mano troppo leggera… ma su questo dovremo tornare).

 Ci piace ricordare che Costa non ha mai fatto offerte diverse da quella iniziale – salvo avere fatto perdere un po’ di tempo con trattative senza costrutto e senza sbocco – e pare di potersi dire con legittima soddisfazione che la compagnia di navigazione con tutta la sua sicumera ha subito una cocente sconfitta processuale e sostanziale poiché veniva da noi richiesto il risarcimento di danni biologici consistenti nello stress post traumatico che, pur certamente essendo ormai una sindrome riconosciuta clinicamente, ancora fino ai primi anni ’80 era solamente un’ipotesi di studio di qualche teorico senza riconoscimento ufficiale. Siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento del PTSD in capo ai nostri assistiti sulla base della monumentale consulenza del Dott. De Girolamo ed altri consulenti, e ciò è un successo enorme di cui andiamo fieri.

 Tra l’altro stiamo parlando di una liquidazione parziale dei danni che non potrà che vedere nel prossimo grado di giudizio almeno la conferma – e comunque cercheremo di ottenere ancora di più impugnando il capo sulla provvisionale per far aumentare la liquidazione della cifra provvisionale ottenuta – ma realisticamente mai una riduzione.

Va poi sottolineato che un gruppo di avvocati che veniva da località ed esperienze professionali diversissime sono stati capaci di muoversi tutti insieme ai fini comuni; vanno ricordati gli atti redatti con la collaborazione di tutti: atto di costituzione di parte civile, atto di citazione della responsabile civile, richiesta di sequestro conservativo per 500mln di Euro sui beni della responsabile civile (richiesta di sequestro che ha avuto concrete possibilità di accoglimento) lista testi e consulenti ammontante a circa 40 persone che erano state dimenticate dalla Procura, preparazione dell’esame del nostro consulente tecnico, redazione conclusioni, nota spese e la monumentale memoria difensiva conclusiva ex art. 121 c.p.p. con cui si ripercorreva il dibattimento e si giustificavano le richieste di trasmettere gli atti del processo alla Procura affinchè procedesse contro il presidente del Consiglio di Amministrazione di Costa Crociere e di concedersi il c.d. danno punitivo.

Considerato che la nostra categoria professionale è normalmente considerata la più individualista in assoluto in primo luogo proprio da noi avvocati, si può invece affermare che gli avvocati di Giustizia per la Concordia sono stati capaci di fare l’impresa di coalizzarsi insieme e di avere fatto un fronte comune contro tre nemici ben più grossi di loro: Costa che ovviamente li trattava da molesti speculatori, l’opinione pubblica e i media (oltre tutto manipolati da potentissimi uffici stampa) che avevano il perfetto mostro da sbattere in prima pagina e non avevano bisogno di altro e, paradossalmente, la Procura di Grosseto che dei destini delle vittime del naufragio se n’è purtroppo sempre poco occupata al di là delle poco credibili dichiarazioni post sentenza di qualche PM che invece in aula, in maniera inaudita, proponeva opposizioni stizzite alle nostre domande sulla quantificazione dei danni!!! Insomma questi avvocati partivano assolutamente svantaggiati e, invece, tutti insieme grazie alla propria professionalità sono riusciti ad ottenere una vittoria davvero storica.

 Non solo. Va anche sottolineata la conduzione del processo in aula di alcuni avvocati di Giustizia per la Concordia che hanno veramente fatto la differenza nell’ottica dell’emarginazione dei difensori di parte civile dal cuore della vicenda che voleva vedere ricostruite solo le responsabilità penali di Schettino obliterando qualunque altro possibile tema di indagine a carico degli altri individuabili responsabili del naufragio.

 Grazie alla nostra insistenza e abilità siamo riusciti ad ottenere informazioni riguardo alla (dis)organizzazione di Costa, circa il malfunzionamento dei dispositivi di emergenza, circa le connivenze degli enti che dovrebbero controllare l’efficienza dei dispositivi di sicurezza che hanno palesemente pesato sull’esito del processo e che, in un futuro speriamo non troppo lontano, potranno ancora pesare in ordine alla possibilità di vedere finalmente sul banco degli imputati dei membri dei consigli di amministrazione di Costa e di Carnival.

 Non va dimenticato peraltro che il Tribunale ha certamente adottato una misura a dir poco prudenziale in termini di liquidazioni delle provvisionali con una parificazione delle posizioni dei naufraghi a quella di personaggi come Cemortan e Ursino – ufficiale in plancia che originariamente era nel novero degli ufficiali indagati – che pare davvero ingiustificabile. Anche la liquidazione delle spese legali è stata a dire poco penalizzante, ma anche a questo riguardo ci sarà tempo e modo di correggere la rotta per cui verrà proposto un appello avverso la mancata concessione dell’immediata esecutività delle spese liquidate per chiedere la disapplicazione dell’osceno DM 55/2014, correttivo di quello ancor più osceno dell’anno prima ed attribuibile alla penna dell’ex Ministro Severino, avvocato di banche e assicurazioni.

 Si è parlato di Giudici ragionieri del diritto, una buona definizione per l’operato finale del collegio di Giudici di Grosseto, che non hanno avuto il coraggio di riconoscere i danni punitivi e di far fare un passo avanti nella storia almeno giuridica del nostro Paese: non finirà qui perché si ricorrerà non solo alla Cassazione ma se necessario alla CEDU (Corte Europea Diritti dell’Uomo) dove potremo avere più ascolto che qui, per vedere riconoscere tale categoria di danni alle vittime dei reati plurioffensivi.

 Infine, per connettersi al buffo titolo, non dimentichiamo che grazie a questo processo Carnival ha deciso di spostare ad Amburgo la sede operativa di Costa Crociere osservando, col suo amministratore delegato Michael Thamm, che si vuole girare pagina dopo il naufragio della Concordia con il lassismo imperante a quei tempi…ci attribuiamo il merito di avere indotto un bel po’ di queste considerazioni al Sig. Thamm.

 Cesare G. Bulgheroni, avvocato in Milano


guarini-castelloUNA BATTAGLIA VINTA – La sentenza emessa dal Tribunale di Grosseto nel processo a carico del Comandante Francesco Schettino mi é parsa sin da subito una decisione salomonica! Equilibrata e giusta, non hanno trovato accoglimento le richieste in punto pena della Procura, che voleva per l’imputato una pena “esemplare” a ventisei anni di reclusione, e neppure quelle di Costa Crociere, che chiedeva il diniego di tutte le richieste risarcitorie dei naufraghi, fin da subito etichettati come millantatori e speculatori in cerca solo di denaro.

 Mi piace ricordare a tale riguardo la sgradevole quanto inopportuna battuta di chi, commentando le richieste per i danni subiti dai naufraghi, non ha esitato a definirli “mestieranti del naufragio”, quasi a dire che con un pizzico di fortuna una crociera può trasformarsi in una occasione di ricchezza, quasi una fonte di reddito! Certo, solo se non si muore in servizio mi sento di aggiungere … Una vera meschinità ed una intollerabile mancanza di rispetto per le vittime innocenti di questa folle tragedia!

 Ma chi lo ha pensato e detto ora si dovrà ricredere: questa sentenza ha riconosciuto eccome le sofferenze dei sopravvissuti, sancendo in loro favore il diritto al giusto ristoro. E lo ha fatto lanciando un segnale forte e chiaro a chi voleva disconoscere, se non banalizzare, il disagio delle vittime, disponendo in favore di esse a titolo di acconto somme variabili che vanno dal triplo al quintuplo dell’offerta iniziale di Costa Crociere, gli ormai arcinoti 11.000 a forfait. Somma che per la verità a noi avvocati delle parti civili fin dall’inizio era apparsa subito tutt’altro che congrua e perfino irriguardosa, al limite dell’offesa nei confronti di chi da sopravvissuto dovrà vivere per sempre prigioniero di un ricordo doloroso e invalidante!

 Voglio aggiungere che questa sentenza costituisce un fecondo precedente giurisprudenziale poiché riconosce il disturbo post traumatico da stress come danno biologico, merito che noi avvocati delle parti civili sentiamo anche nostro in quanto frutto dell’impegno profuso in aula a dimostrare il danno psichico e le conseguenze devastanti di questa esperienza sulle vite dei nostri assistiti.

Il Tribunale ha ascoltato i loro pianti e le loro grida e ne ha fatto il cuore della decisione emessa!

 Questa sentenza ci dice molte cose. Ci ricorda che il popolo forcaiolo non va accontentato perché una pena rieduca, come scritto nella nostra Costituzione, solo se giusta! Dimostra che Schettino non doveva pagare per tutti ed io leggo in questa decisione, solo apparentemente mite, l’intento di lasciare spazi vuoti da riempire con nuove indagini!

 Questa sentenza ha un solo demerito: il mancato riconoscimento dei danni punitivi, cioè il diritto del danneggiato ad un risarcimento ulteriore rispetto a quello necessario per compensare il danno subito quando é provata la condotta particolarmente grave del danneggiante, tema su cui io ed altri avvocati ci siamo davvero battuti con tutte le armi dell’arsenale giuridico a nostra disposizione.

 Ecco io avrei voluto una condanna questa volta sì “esemplare” ma nei confronti di Costa Crociere per non aver impedito la “tradizione degli inchini”, per l’impreparazione dell’equipaggio (prevalentemente straniero, sottopagato e con certificazioni rilasciate dai paesi di provenienza) e per il mal funzionamento della nave nella fase dell’emergenza, tutti aspetti che denotano la prevalenza delle politiche di risparmio e business su quelle della sicurezza dei passeggeri.

 Ci siamo battuti come Davide contro Golia, visti gli interessi in campo e le non troppo sotterranee interferenze esterne. Ricordo che grazie ad una intercettazione telefonica, che io stessa ho fatto ascoltare in aula durante il processo, abbiamo tutti udito e quindi appreso di una minaccia – neppure velata – ad un giornalista “poco allineato” con i poteri (e con chi voleva che la stampa dipingesse Schettino come il colpevole perfetto da sacrificare sull’altare della giustizia), fatto questo di una gravità assoluta, perché quando la libertà di stampa viene meno l’attacco alla democrazie é in atto.

 Anche a noi “Mancò la fortuna non il valore”, come leggono i visitatori di El Alamein che vanno a rendere omaggio ai nostri militari caduti in battaglia durante la seconda guerra mondiale.

 Sarà il mio impegno nei prossimi gradi di giudizio per completare il mio mandato difensivo a favore della mia assistita, Chiara Castello, una donna straordinaria ed una giovane madre che conferendomi l’incarico mi ha chiesto giustizia e verità!

Avv. Alessandra Guarini


gabrielli - schettino

LA LIVELLA – Il processo sulla Concordia, Schettino ed il naufragio del secolo rappresentano a 360° il nostro paese: l’italiano intrallazzone ed istrionico, sciupafemmine e scaricabarile, maestro insuperabile nell’arte di arrangiarsi con successo e di godersela infischiandosene delle regole, l’Italia capace di produrre l’eccellenza nel lusso e le catastrofi più imbarazzanti del mondo, i Procuratori inquirenti che, colti da delirio di onnipotenza, mostrano i muscoli e si muovono secondo logiche tutte loro, mai trasparenti e solo in parte comprensibili, l’infinito esercito di avvocati, e ce ne fossero mai due che dicono la stessa cosa, i passeggeri, le vittime incolpevoli delle ingiustizie, trasformate subito in numeri, poco dopo accusati di volerci guadagnare sopra, per finire dimenticati da tutti ma soprattutto da chi vittime li ha resi, e cioè da quelle multinazionali strapotenti, che straguadagnano indorando la pillola crocieristica e sfilando milioni di euro pian piano dalle tasche delle persone normali, i mega-manager e quelli che sono sul loro libro paga, quelli che cercano di cambiare le regole del gioco quando la mano tocca a loro, scoprendo così un sistema sommerso, di favoritismi e faccendieri, che le regole a parte gliele scriveva già da anni, le telecamere delle televisioni infilarsi ovunque ed i giornalisti, tantissimi, ma solo in minima parte (e per fortuna ce ne sono!) indipendenti da chi paga la pubblicità, i tanti dipendenti che mandano avanti la macchina, lavorando senza orario e all’ombra del Tribunale, del teatro e dietro le videocamere, gli spettatori curiosi ed interessati più alle attricette rampanti che ai fatti, il popolo, che ama punire l’ex potente non per le sue responsabilità ma perché ora gli sta antipatico, quella gente comune che in crociera pagava per farsi la fotografia col Comandante in divisa bianca, e durante la lettura della sentenza, in diretta TV a reti unificate, aguzzava gli occhi per vedere il patibolo aprirsi sotto i piedi di Schettino, e infine i magistrati, quelli che decidono della vita delle persone, che nelle aspettative dovrebbero essere mezzi Dei e mezzi Giudici, custodi della Giustizia assoluta, ma che in realtà si dimostrano per quello che sono, metà politici e metà ragionieri del diritto.

Tutto un mondo, quindi, che gira a modo suo, implacabile ed affascinante, colorito e pieno di partiti, fazioni e categorie contrapposte ma che, incredibilmente, come non succede da nessuna altra parte del globo, arrivando a destinazione, non ha sconfitti ma tutti parzialmente soddisfatti, almeno a stare dalle dichiarazioni del giorno dopo-elezioni ed i commenti dei protagonisti.

Ed allora facciamo due conti, perché se è vero che in un processo penale non ci sono vinti né vincitori, è giusto commentare le aspettative delle parti, e, a ben guardare, qui chi ne esce a testa alta sono certamente le parti civili:

  • Schettino è stato ritenuto responsabile per tutti i reati contestati, compreso l’infamante reato di abbandono nave: la condanna è pesante, 16 anni, e non sono pochi se si parla di reati colposi. Con scelte difensive diverse si sarebbe risparmiato almeno 1/3 di quella pena
  • la Procura di Grosseto ha concesso patteggiamenti con pene da abuso edilizio a tutti i coimputati di Schettino (gli ufficiali di coperta ed il capo della unità di crisi della Costa Crociere -quello che disse non mi parlare alla radio che i rimorchiatori ci mangiano la nave, per capirci), però ha chiesto 26 anni e arresto immediato per il solo Schettino, praticamente l’ergastolo –> ne esce con quasi la metà, l’unico e solo responsabile non è quindi il Comandante, mi pare in linea con quello che chiedevamo.
  • Costa Crociere ha concluso la sua discussione chiedendo di liquidarci zero virgola zero, visto che il danno psicologico non è dimostrabile e secondo loro non era provato, mentre abbiamo ottenuto il triplo e fino al quintuplo della offerta iniziale (11mila euro), con buona pace di Trefiletti, Adiconsum e tutte quelle associazioni di consumatori che si sono affrettate alla corte di Costa Crociere svendendo i passeggeri con quel vergognoso accordo.
  • gli speculatori non siamo noi quindi, non i passeggeri e nemmeno i loro avvocati.
  • Mediaticamente, è un dato di fatto, li abbiamo distrutti, ora tutti sanno che Schettino non è l’unico da biasimare, che per ottenere le certificazioni di queste città galleggianti si facevano prove finte a mare con la copertura di Rina e Fincantieri, che le mega-crociere non sono sicure perché l’equipaggio è sottopagato, inadeguato e sfruttato, che sostanzialmente su queste navi a turno e rotazione non funziona niente se non il registratore di cassa… quello gira sempre… basti ricordare che navi da 500 mln di euro in alcuni casi tornavano in porto con il tom tom pur di non fare manutenzione…
  • al di là dei proclami abbiamo sempre sostenuto di voler dare un senso a questo processo, cambiare le cose e rendere più sicura l’industria delle crociere, denunciando i rapporti promiscui con Rina, la gestione omertosa delle emergenze, la impreparazione del personale… molte normative sono state implementate e la sede storica di Costa a Genova è saltata per questo, ci avevano sottovalutato e gli è costata cara, non ci hanno voluto pagare e ora dovranno imparare il tedesco e lavorare ad Amburgo.. problemi loro, fine di un’era… risultato ottenuto!
  • Gli enti (Comune del Giglio, associazioni varie e ministeri) ne escono con le ossa rotte, le liquidazioni sono modestissime rispetto alle loro richieste multi-milionarie.
  • Noi abbiamo chiesto 100-200-300 mila euro per il PTSD, oltre al danno punitivo, venendo accusati di guardare troppi telefilm americani (ho risposto in aula alla accusa, confermando di vedere Carramba che sorpresa, Masterchef, Peppa Pig ed il gatto Doraemon, ma nessun telefilm americano…); ho ottenuto per i miei clienti un acconto provvisionale di 50mila euro ed un riconoscimento minimo, ma il principio è stabilito, il dado è tratto, Peppa Pig ha funzionato!

Non posso quindi che ritenermi soddisfatto, non certo entusiasta, la sentenza non è stata coraggiosa come speravamo ma c’era da aspettarselo, le richieste erano altissime e gli obiettivi raggiungibili e possibili, ma i timori erano fondatamente funesti, c’era tutto lo spazio per fare qualcosa di straordinario in un processo straordinario, ma anche il concreto rischio di una beffarda condanna generica poiché, diciamocelo chiaramente, trattandosi di una forma di stress psicologico mancava per i nostri clienti la possibilità di un riconoscimento diagnostico oggettivo e perizie non ce ne sono state. Il danno c’è, lo abbiamo visto negli occhi lucidi dei nostri clienti a distanza di due anni quando sono venuti a raccontare la loro esperienza di quella notte, ma dimostrarlo con certificati medici e convincere il Tribunale è un’altra cosa.

I Giudici del collegio di Grosseto, come dicevo, hanno dimostrato di essere molto più “politici” che coraggiosi, si sono rifugiati in zona franca, nella terra di mezzo con la livella, una condanna intermedia a Schettino e una provvisionale che non ci soddisfa ma non ci lascia a bocca asciutta, come pure era possibile.

Per farci contenti e fare miglior servizio alle toghe che indossano avrebbero potuto dare un semplice segnale, non usare la livella e PERSONALIZZARE il danno in base alle consulenze medico-legali, oppure liquidare 50mila euro a tutti e dare condanna generica alla parte civile Costa Crociere (come fatto) ma anche alla Cemortan, ad Ursino e qualche altro… insomma, hanno dimostrato che mentre i nostri clienti facevano la fila per venire sul palco a raccontare loro le proprie ansie, sofferenze e piangere nel ricordo della notte buia del naufragio, probabilmente neanche ascoltavano e, lavorando sui pc, scrivevano sentenze su qualche sinistro stradale o facevano decreti ingiuntivi… poco più che ragionieri del diritto appunto.

La pagina più buia e grave di questa sentenza ritengo sia la liquidazione di una provvisionale di soli euro 60mila per la morte di Gabriele Maria Grube, 53 anni, di Berlino, annegata a bordo della Concordia e, non avendo eredi, costituita parte civile attraverso il curatore della eredità giacente; è vero, esiste un problema di natura giuridica, poiché l’annegamento è considerata morte istantanea e quindi il diritto ad essere risarciti per la sofferenza e la consapevolezza di essere sul punto di trapassare non entra a far parte del patrimonio del de cuius, e in questo caso viene meno anche il diritto al risarcimento per la perdita del congiunto, mancando dei familiari, ma questa liquidazione attribuisce un valore inaccettabile, solo 60mila euro, alla vita di una persona. Non ci fermeremo qui e riusciremo ad ottenere in appello, ovvero in sede civile, un riconoscimento più adeguato, equo e dignitoso. Ne siamo sicuri perché, anche su questo argomento, i Giudici hanno semplicemente fatto la cosa più semplice, non hanno voluto prendersi la responsabilità di smuovere le acque. Una sentenza cosi visibile come questa può stabilire un principio applicato poi a livello nazionale da tutti per i casi singoli, può scardinare un sistema e spostare interessi molto importanti, primi fra tutti quelli delle assicurazioni.

Una vile livella anche sulle spese legali, chi ha fatto come me circa 60 udienze da 8/9 ore consecutive e trasferte da tre giorni, mediamente due volte al mese, avrebbe giustamente voluto molto di più. Ma il DM 55/2014 è quello che è… una vergogna punitiva (quella si!) per chi lavora di più e meglio…. Il significato che ci leggo è che siamo stati degli ospiti indesiderati, anche per il Tribunale, come a dirci: se non venivate era uguale. Purtroppo per loro, invece, noi lavoriamo così, e la differenza l’abbiamo fatta eccome, in aula e fuori dell’aula, al di là ed oltre la liquidazione delle parcelle. Ovvio che il Tribunale non si è voluto esporre alla accusa di uno spudorato favoritismo verso gli avvocati sempre presenti e che, onestamente, credo sarebbe stata oltretutto legittima da parte di chi non era venuto a Grosseto ma era sostituito ex 102 cpp, e quindi aveva tutto il diritto di fare nota spese completa ed ottenere la liquidazione al pari di altri… per non creare un precedente e non essere massacrati dagli altri avvocati meno presenti (o addirittura mai presenti, i più.., se non alla prima udienza per il deposito della costituzione di parte civile e alla ultima udienza per richiamarsi alla mezza paginetta di conclusioni) hanno applicato alla lettera i parametri per fase. Punto.

Insomma, la sentenza è certamente la conferma sulle gravissime ma non esclusive colpe del Comandante, ed un riconoscimento di principio del diritto dei passeggeri ad essere risarciti più adeguatamente dalla Compagnia, non è l’arrivo ma al contrario il punto da cui partire per arrivare a liquidazioni PERSONALIZZATE più alte e dignitose, che sia in sede di appello od in sede civile non importa. L’importante è arrivarci. Ad maiora semper.

Avv. Massimiliano Gabrielli

AVVISO DI SICUREZZA- cambio password

no-entryCari amici, clienti e colleghi, il blog “Giustizia per la Concordia” corrisponde pienamente al successo della nostra iniziativa.

  • La parte “riservata” agli avvocati, protetta da password, ha consentito al nostro pool di studi legali di coordinarsi in modo efficiente e funzionale, garantire una uniformità delle posizioni, lavorare online ed a più mani sugli atti, condividere decine di importanti documenti anche riservati, confrontarci in sondaggi sulle varie iniziative da promuovere, ma sopratutto alimentare un vivacissimo “forum avvocati“, una piazza virtuale per un più efficiente confronto tra idee, esperienze, suggerimenti e specifiche specializzazioni di ciascuno, che ha certamente contribuito a fare la differenza.  
  • La parte “pubblica”, una vetrina-online attraverso la quale tenere costantemente al corrente i nostri clienti ed i molti altri interessati alla vicenda sugli sviluppi processuali del processo “Concordia”, sulle nostre iniziative, e, non ultimo, dare maggior peso alla nostra voce e visibilità ad ogni aspetto della vicenda. Ogni articolo viene automaticamente “postato” anche su Facebook e Twitter. Dall’Italia e dall’estero ci sono contatti ad ogni udienza. Ad oggi 18.263 contatti al sito, 692 commenti sul forum, visite da ben 21 paesi nel mondo, e decine di “follower” registrati sono i numeri dell’interesse per il nostro lavoro.

RAGIONI DI SICUREZZA, per garantire la riservatezza delle nuove ed importanti iniziative che stiamo discutendo, e delle strategie processuali e difensive del “pool”, ci portano ora a “stringere le fila” e rendere più sicura l’area ristretta agli avvocati e collaboratori del “pool”, creando una nuovo forum allargato anche a chi collabora, si coordina, si affianca o anche solo si interessa a noi.

Ho dunque modificato le password del “forum avvocati” e della pagina atti/bozze, eliminando il “forum sequestro” che ormai ha esaurito la sua funzione. Per avere le nuove credenziali di accesso vi sarà sufficiente scrivermi su avv.massimiliano@studio-gabrielli.it

Nasce invece il “forum generale”, in area per il momento non riservata e con moderazione passiva, aperto ai consulenti, collaboratori “esterni”, ai clienti ed a chiunque voglia dire la sua o semplicemernte tenersi in maggiore contatto con il pool “Giustizia per la Concordia”.

Saluti a tutti.

Avv. Massimiliano Gabrielli

SCIOPERO AVVOCATI: SLITTA IL PROCESSO CONCORDIA

ouaLa astensione degli avvocati dalle udienze, dall’8 al 16 luglio prossimi per protestare sul decreto “da fare” e sulla soppressione di molte sedi giudiziarie, proclamato dalla’OUA, l’Organismo unitario dell’Avvocatura, provocherà lo slittamento della udienza preliminare dell‘8 luglio 2013 nella quale il GUP Pietro Molino avrebbe dovuto pronunciarsi sui cinque patteggiamenti richiesti dai coimputati di Schettino, come anche della udienza del 9 luglio 2013 con la quale il Tribunale Collegiale penale di Grosseto, presieduto dal giudice Giovanni Puliatti, doveva aprire il processo dibattimentale, , contro il solo imputato che ha scelto la via del rito ordinario, ovverosia il comandante Francesco Schettino.

A confermarlo sono i difensori di tutti gli imputati, che hanno dichiarato alle cancellerie del Tribunale, la loro intenzione di aderire alla astensione.

L’udienza dell’8 e 9 luglio 2013 si svolgeranno comunque per acquisire le adesioni alla indetta astensione ed il calendario delle udienze di rinvio sarà il seguente: 17, 18 e 19 luglio 2013 ore 09.00  per il giudizio dibattimentale e 20 luglio per la discussione sul patteggiamento avanti al GUP

NASCE GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA – Network legale degli Avvocati per le parti lese del naufragio della Costa Concordia

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COMUNICATO STAMPA

PROCESSO COSTA CONCORDIA

Grosseto, 15 aprile 2013

Un pool di Studi Legali dalle maggiori Città di Italia, con Avvocati che assistono i naufraghi della Costa Concordia si è organizzato per assistere in forma più incisiva ed uniforme il gruppo dei loro assistiti nell’intento di ottenere GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA, anche in considerazione dei limiti operativi della CLASS ACTION in Italia.

Gli Avvocati del network legale GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA si costituiranno tutti parti civili per i loro Assistiti nell’udienza preliminare che comincerà il 15 aprile a Grosseto, singolarmente ma con atti difensivi in serie, opponendosi alla costituzione di Parte civile della Costa S.p.A. chiedendo immediatamente la citazione della Costa S.p.A. quale responsabile civile del disastro.

Inoltre, i Naufraghi del Gruppo, tramite i loro Avvocati, presenteranno lo stesso lunedì 15 aprile alla Procura della Repubblica di Grosseto una ulteriore denuncia-querela contro tutti i membri dei Consigli di Amministrazione della Costa Crociere e della Carnival Corporation & PLC, ritenendoli corresponsabili del disastro e della mala gestio della emergenza.

Occorre infatti chiarire che la strategia difensiva della Costa Crociere attuata con il patteggiamento, è quella di limitare la propria responsabilità nella vicenda ad un milione di euro, somma stabilita dal GIP come sanzione amministrativa, per poi proporsi nel processo come parte danneggiata nei confronti di Schettino e degli altri imputati.

E’ chiaro che tutti i Naufraghi della Concordia non possono accettare un tale ruolo di “vittima” della Compagnia, che vorrebbe in questo modo “uscire di scena” dal processo penale e dalle responsabilità patrimoniali che ne conseguono, nonostante siano sotto gli occhi di tutti le gravi carenze nelle dotazioni di bordo, nella preparazione del personale alla emergenza, ma soprattutto nelle scelte operative comunicate dalla unità di crisi della Costa S.p.A. al Comandante Schettino durante tutto il naufragio.

Il Gruppo chiede e vuole ottenere che sia fatta Giustizia affinché i pericoli corsi ed il dramma che hanno vissuto non si possano più ripetere su tutte le navi da crociera e affinché le società armatrici si dotino di regole certe e condivise per la navigazione sicura e per le emergenze

Gli Avvocati Italiani dei Naufraghi della Concordia si sono organizzati per assistere insieme il Gruppo dei loro Assistiti unito dall’intento di ottenere GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA.

Gli Avvocati del Gruppo GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA si costituiranno tutti parti civili per i loro Assistiti nell’udienza preliminare che comincerà il 15 aprile di fronte al GUP di Grosseto Dott. Molino chiedendo che venga escluso il riconoscimento della Costa Crociere SpA dal novero delle parti civili del processo. Gli Avvocati chiederanno la citazione della Costa SpA quale responsabile civile del disastro.

I Naufraghi del Gruppo lo stesso lunedì 15 aprile presenteranno insieme alla Procura della Repubblica di Grosseto una denuncia-querela basata sugli atti di indagini svolte dalla stessa Procura contro tutti i membri dei Consigli di Amministrazione della Costa Crociere e della Carnival Corporation & PLC chiedendo che vengano sottoposti a procedimento penale per avere concorso insieme agli attuali imputati a causare il naufragio della Concordia e a ritardarne il soccorso così provocando la morte di 32 persone e mettendo a rischio la vita di altre 4.000.

Lo scopo del Gruppo GIUSTIZIA PER LA CONCORDIA è quello di ottenere intanto la condanna penale di tutti gli attuali imputati del processo per il Naufragio della Concordia e la condanna nei confronti della Costa Crociere S.p.a. al risarcimento degli enormi danni subiti dai naufraghi. A questo riguardo, ispirandosi ai più recenti precedenti giurisprudenziali in tema di disastri colposi, il Gruppo confida di ottenere dalla Giustizia Italiana – unica competente a potersi pronunciare sul disastro – risarcimenti proporzionati alla sciagura occorsa per l’indubitabile gravissima responsabilità della Costa che ha messo a repentaglio la vita dei passeggeri per avere consentito alle proprie navi la pratica dei c.d. “inchini” sotto costa, per avere dotato la Concordia di personale impreparato alle emergenze e per aver cercato di risparmiare sui costi del salvataggio dolosamente ritardandolo e così mettendo ulteriormente a rischio la vita dei passeggeri e dell’equipaggio.

D’altronde Costa ha definitivamente ammesso le proprie responsabilità penali riguardanti il ritardo nella richiesta di aiuto alle Autorità Marittime patteggiando per le imputazioni al riguardo direttamente rivolte alla società dalla Procura di Grosseto.

Occorre chiarire però che la strategia difensiva della Costa Crociere, in tal senso, è quella di limitare le proprie responsabilità alla sanzione amministrativa patteggiata di un milione di euro, e dall’altra parte proporsi come parte civile, e quindi danneggiata, nel processo contro Schettino e gli altri imputati.

Il Gruppo chiede e vuole ottenere che sia fatta Giustizia affinchè i pericoli corsi ed il dramma che hanno vissuto non si possano più ripetere su tutte le navi da crociera e affinchè le società armatrici si dotino di regole certe e condivise per la navigazione sicura e per le emergenze